domenica 5 febbraio 2017

Vlad III l' impalatore: il Dracul della Valacchia


Rappresentazione di Vlad III 


Vlad III di Valacchia (nato il 2 Novembre del 1428/1431-1476/1477 non si è propriamente certi), è colui che tutti noi oggi conosciamo con il nome di Vlad Tepes (Vlad l'impalatore) o più comunemente Dracula.
Nasce a Segesvàr nell'allora principato di Erdèly da Vlad II, governatore della Valacchia e futuro principe di Transilvania e dalla principessa Cneajina, appartenente alla rinomata famiglia moldava dei Musatin.
Diversi anni prima, il padre aveva ottenuto un riconoscimento assai importante che segnò l'intera dinastia: il titolo di Cavaliere dell' Ordine del Drago da cui la famiglia assunse il nominativo di Dracul (in romeno "drago" o anche "diavolo").*Quest'ordine fu creato da Sigismondo, re d'Ungheria (e successivamente imperatore del Sacro Romano Impero) e sua moglie Barbara Cilli nel 1387, che aveva come scopo più importante, quello di proteggere il Cattolicesimo e lottare contro gli irrequieti Turchi. 
Così, il termine Draculea come egli stesso si faceva chiamare, significava letteralmente "Figlio del Drago" anche se, secondo il rumeno più moderno, assunse il concetto di "figlio del diavolo" (giravano voci infatti, che Vlad III, avesse fatto un patto con il demonio); l'irlandese Bram Stoker utilizzò questo appellativo per il suo romanzo gotico "Dracula" nel 1897. Un altro dei suoi "soprannomi" più usati era Vlad Tepes letteralmente "Vlad l'Impalatore", così chiamato per il suo metodo di esecuzione preferito; anche gli Ottomani si riferivano a lui con il nome di "Kazikli (Kaziglu) Bey" ovvero "Principe Impalatore".
Egli non era di statura altissima ma piuttosto forte e robusto con spalle forti che gli conferivano un aspetto crudele; possedeva un lungo naso dritto, narici larghe e un viso affilato e rossastro dove si incontravano due grandi occhi chiari, incorniciati da sopracciglia nere e folte che rendevano il suo sguardo ancor più minaccioso. Il suo viso era completamente rasato salvo per un paio di baffi lunghi e neri e le sue grosse tempie, facevano apparire la sua testa ancor più grossa, circondata da lunghi e ricci capelli neri.


 Vlad II e il voltafaccia verso i suoi figli


A sinistra Radu il Bello, a destra Vlad Tepes
Mentre il fratello primogenito Mircea (figlio preferito di Vlad II)  partecipava attivamente alle campagne militari affiancando suo padre in battaglia, il Sultano Murat II, avanzava irruento sui territori della Transilvania.
Vlad II, preoccupato per le sue sorti (la prigionia o addirittura la morte, non rientrava nelle sue fantasie più ambite), decise di piegarsi al volere del suo sultano e, come segno di fedeltà, scelse di affidargli in «ostaggio» due dei suoi figli ovvero Vlad III e Radu (terzogenito), senza aver nessuna cura delle loro sorti. In quegli anni trascorsi alla corte del Sultano Murat II, i due fratelli vennero disciplinati seguendo un'educazione turca: dall'arte della guerra, alla logica, 
alla fede musulmana,apprendendo di loro anche abitudini e regole della diplomazia. 
Partecipavano a maestosi banchetti conoscendo fin da giovani la lussuria appartenente agli Harem sia maschili che femminili.
Si dimostrarono parecchio interessati a ciò e a Radu, fu assegnato l'appellativo di "Bello", tant'è che il sultano stesso lo volle nel proprio Harem maschile.
Si crede che Vlad imparò anche la geografia, la matematica, le scienze, le lingue (slavo ecclesiastico antico, tedesco e latino), le arti classiche e la filosofia.
Quando nel 1447, in Transilvania, Vlad II e Mircea caddero in un'imboscata e persero la vita (il padre morì in battalia e suo fratello venne accecato con ferri roventi e sepolto vivo), ad appena sedici anni Vlad divenne il legittimo erede al trono valacco, Vlad III.
Essendo ancora prigioniero del sultano, decise di scappare dalla corte Turca e, secondo una fiaba del folklore rumeno, riuscì nella fuga grazie all'aiuto di Maometto II; *si travestì da ancella e scappò a cavallo, trottando tutta la notte per i boschi desolati della Transilvania, giungendo alla reggia paterna di Tirgoviste che purtroppo però, trovò occupato da un usurpatore.
Stanco per il lungo viaggio, trovò rifugio alla corte dello zio Bogdan in Moldavia,dove venne nuovamente istruito alla religione cristiana insieme al cugino Stefano (suo coetaneo, un uomo intelligente e di buon cuore) che diversi anni più tardi, dopo aver sconfitto l'usurpatore Aron in Moldavia, divenne il nuovo Re.

Nel 1454 finalmente Vlad III rientrò in possesso dei domini paterni e finalmente da quel momento poté ottenere la sua cruda vendetta.


L'impalatore
Si diffuse proprio in quegli anni, la sua fama di "Tepes", mettendo in pratica le torture e le sevizie apprese dai turchi. Prese addirittura ad organizzare feste e banchetti per "sbarazzarsi" dei suoi nemici e, successivamente alla loro morte impalati lasciati sui pali acuminati della propria foresta, restava a guardare la sua "opera" dall'alto della sua fortezza.
I supplizi non erano sempre gli stessi ma avvenivano a seconda del proprio umore o dell'importanza della sua vittima; solitamente i pali con la quale amava svolgere la sua attività di impalatore, avevano l'estremità appuntita (per trafiggere il succube all'altezza dell'addome e issarlo nella parte più in alto in attesa della sua morte che sia stata immediata o consumata in una lenta agonia) oppure con la punta arrotondata e cosparsa di grasso (l'asta veniva inserita nel retto in modo che il peso stesso del condannato a morte, la facesse penetrare all'interno del corpo). 
Per i ricchi e i mercanti invece, riservava un trattamento ancor diverso: per i primi, l'asta era più lunga e veniva ricoperta d'argento, per i secondi invece (che Tepes detestava particolarmente perché a detta sua, erano i colpevoli  del decadimento dell'economia della Valacchia) le stanghe avevano incise tacche direttamente nel legno per prolungare l'agonia dei mal capitati i quali i corpi, rallentavano nello scivolamento.
Circolavano tante storie all'epoca sui vari crimini commessi dal Principe di Valacchia; si racconta che durante un banchetto con vista su una foresta grondante di corpi impalati, Tepes ricevette la visita di un cronista dal Vaticano che si lamentò dell'aberrante vista e del fetido odore emanato dai corpi morti dei nemici di Vlad III.
Così quest'ultimo, colpito da tale offesa, impalò l'uomo sulla stanga più alta di tutte in modo che non fosse più disturbato dall'odore degli altri corpi.
Un'altra avventura vede come protagonista una scena volta al cannibalismo; si dice infatti che durante un banchetto 'ove partecipavano dei mercanti (che a suo dire gli avevano mancato di rispetto), alla fine del pasto ne fece sventrare uno e obbligò un altro, a mangiare il contenuto dello stomaco del primo. Di conseguenza venne fatto bollire e il restante fu abbandonato ai cani.
Non sono di certo mancati, a proposito di tal fatto, dei riferimenti a riti cannibalistici. 
Nel 1460, fece impalare 10.000 persone (anche se molti sostengono che il numero si aggiri intorno ai 20.000 o addirittura 30.000) in sole tre ore e non contento dell'atto appena compiuto, li fece cospargere di miele in modo che gli insetti ne venissero attratti e procurassero tormento maggiore alle vittime.
L'anno successivo arrivò un sultano turco a palazzo e, quando questi si rifiutò di levarsi il turbante (perché sarebbe stato un gesto irrispettoso verso la sua religione), Vlad diede l'ordine di inchiodargli il copricapo direttamente sulla testa.

Dracula e l'amore
Ben presto il nostro "Dracula", troverà anche l'amore; durante un ricevimento infatti, si innamorò perdutamente della contessa Valeria, la quale sposò in breve tempo prima di partire per conto del papa Pio II, contro l'Islam.
Nonostante Vlad riuscì a penetrare nel loro accampamento con il tentativo di uccidere il suo amico di prigionia turca, Maometto II, fallì e fu costretto a ritirarsi; quando fece ritorno al suo castello, scoprì una tremenda e orribile verità: la principessa Valeria si era uccisa gettandosi dalla torre del suo castello, cadendo fra le acque del fiume Arges, perché qualcuno le aveva riferito che suo marito fosse morto in battaglia.



Dipinto di Vlad Tepes rappresentate una battaglia
 Gli ultimi scontri e la morte
Dopo la perdita della sua amata consorte, Vlad III divenne ancora più sanguinario.
Maometto II assoldò Radu fratello di Vlad, per far spodestare quest'ultimo e quando ci riuscì, Tepes fu costretto a rifugiarsi in una grotta (insieme ad un modesto numero di suoi alleati) nei monti della Transilvania.
Più tardi, il principe di Valacchia verrà condotto in catene a Buda dove resterà prigioniero per 12 anni.
Nel 1476, dopo la sconfitta e la morte di Radu, Vlad può ritornare sul trono di Valacchia ma, durante l'ennesimo scontro contro i turchi, Dracula morì misteriosamente sul campo di battaglia.
Si dice che sia stata ucciso per sbaglio, scambiato per un turco e altri invece sostengono che fosse stato ucciso dagli ottomani  durante una battaglia e che la sua testa fosse stata inviata assieme alla sua spada a Costantinopoli come un macabro trofeo di guerra; un'altra ipotesi per assurdo invece, vede la morte di Vlad scaturita a causa di un morso di un pipistrello. Si presume che anche questa "diceria", possa aver contribuito ad aver alimentato sul suo conto, la vicenda del famoso Vlad-vampiro.
Molte sono le ipotesi su dove sia collocata la sua salma; secondo gli studiosi, il corpo di Vlad sarebbe stato bruciato mentre altri ritengono che fosse stato smembrato dai turchi sul campo di battaglia oppure a Istanbul. Nel 2014 sono state avviate delle ricerche che sostengono che il corpo di Vlad III, fosse in realtà custodito nella chiesa di Santa Maria la Nova nella città di Napoli dopo che sua figlia Maria (adottata da un nobile napoletano della famiglia Ferrillo), ebbe pagato il riscatto ai turchi per riavere la sua salma.

Tomba di Vlad III a Snagov

La teoria più accertata però è quella che crede che il suo corpo si trovi in un monastero nella città di Snagov; lì, vi è una tomba stranamente venerata dai monaci e da loro è considerata quella del nostro impavido Tepes.
L'avvenuta scoperta dello scheletro ha riscontrato che gli abiti che indossava erano in seta vermiglia, molto preziosi e al dito calzava un anello con inciso il simbolo del famoso "Ordine del Drago".
 Ancora oggi si sostiene che alcuni monaci si radunino in prossimità di quel tumulo e recitino alcune preghiere dedicate a Dracula al fine di "tenerlo a bada". 

C'era una volta...
Dissimili sono le storie tramandate nelle varie culture a proposito del nostro protagonista Vlad III.
La maggior parte di esse sottolineano la sua crudeltà per mezzo di atti brutali che l'hanno reso però famoso, in tutta Europa e non solo. 
Nei primi anni della diffusione dei "bestseller" in Europa, per aumentare le vendite furono pubblicati libri con xilografie raffiguranti delle scene orribili e ad esempio una di queste, rappresentava la sala con al centro un tavolo al quale era seduto Vlad circondato dai cadaveri morti sui pali.
Una leggenda racconta che Vlad avesse un grande recipiente di rame con un grosso coperchio di legno poggiato sopra, avente dei fori sulla parte superiore. Si diceva mettesse le povere vittime nel calderone portando nei buchi le loro teste per poi riempire la tinozza d'acqua e accendere sotto di essa il fuoco, lasciandoli così gridare fino a far fuoriuscire gli occhi dalle orbite e accompagnandoli infine, alla morte.
Inventò altre terribili torture e fece arrostire alcuni bambini obbligando le loro madri a mangiarli; in seguito tagliò i seni delle povere sventurate e, dopo aver costretto i loro mariti a cibarsene, li impalò.
La sua spietata sete di sangue, non risparmiava nessuno.
 Una delle leggende che hanno reso noto il suo mito del vampiro "Dracula", fu il racconto della mania del Principe, di impalare giovani vergini da cui veniva poi spillato via il sangue e conservato in delle ampolle nascoste fra i boccali di vino e di acquavite; talvolta pare che servisse il liquido ai suoi ospiti, ignari.
Fu per questo considerato nel tempo «uno psicopatico, un demente, un sadico. Un assassino raccapricciante e masochista» addirittura peggiore di Caligola e Nerone. 


Si dice possedesse un diario nella quale trascriveva ogni crimine da lui commesso esattamente come si vociferava per la sanguinaria contessa Elizabeth Bathory  la quale si pensa che abbiano potuto avere un legame fra loro che non fosse solo di natura sadica.
Non a caso infatti il "Dracula" descritto da Bram Stoker, lascia pensare che potesse aver attinto non solo dal temerario guerriero sanguinario Vlad III (giacché nel romanzo non vi è l'assoluta conferma che fosse lui), ma anche dalla sua terribile collega omicida.





"Voi mi credete sconfitto maestà, e senza alleati. In realtà ho un alleato molto influente, oserei dire di suprema potenza. Vi consiglierei prudenza perché noi non amiamo perdere".
-Vlad III, Principe di Valacchia.




A cura di Isabella Lilyaan Beaudonte







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