domenica 21 maggio 2017

Marie Laveau, la regina del voodoo.


Mi pareva piuttosto corretto menzionare nei vari articoli, una donna come lei, conosciuta nel mondo della magia seppur le informazioni riguardo la sua vita, siano piuttosto modeste e non del tutto chiare.
Il suo nome è Marie Laveau ed è stata una religiosa maga e praticante di voodoo che, essendosi creata un alone di mistero attorno alla sua figura, le si attribuì l'epiteto di "regina del voodoo".















INIZIO
Marie Catherine Laveau (10 settembre 1801- 15 giugno, 1881), nacque nel quartiere del Vieux Carré di New Orleans da un padre bianco proprietario terriero e una donna di colore libera, di origine creola.
Fu battezzata come cattolica nonostante la fede voodoo della madre e, diversamente dagli altri creoli, imparò a leggere e scrivere (soprattutto grazie alle influenze del padre).
Tuttavia nel corso del tempo, Marie fu come condizionata dalla madre e, seguendo le sue orme, fu iniziata alle pratiche voodoo già dalla tenera età.



Angela Bassett nei panni di Marie Laveau. - American Horror Story: Coven.

MARIE E IL VOODOO
A New Orleans divenne molto famosa tra la gente comune come sacerdotessa voodoo e ben presto la voce si allargò anche alle caste più alte che iniziarono a richiedere i suoi servigi alla ricerca di fortuna, per problemi d’amore, per una benedizione o unguenti portentosi contro i dolori.
Circa il suo lavoro di parrucchiera, c'è da dire che Marie cominciò ad attirare ben presto, sempre più gente perlopiù incuriositi dai suoi riti di purificazioni e le sue conoscenze erboristiche piuttosto che per farsi tagliare i capelli.
A soli 19 anni Marie Laveau era uno dei personaggi più ricercati della città: era una confidente, leader della comunità creola di New Orleans, gestiva le organizzazioni caritative e di beneficenza.


Nel 1819 giunse a New Orleans Jacob Parrish, un uomo molto ricco originario di Santo Domingo. Egli, pur essendo molto religioso, si presentò a Marie per ricevere un "aiuto" nella sua impresa: l’uomo aveva assoldato un piccolo plotone di 15 ex soldati per contrastare un nuovo attacco degli inglesi dopo la guerra di secessione e voleva estirpare tutti gli inglesi ancora presenti sul suolo americano.
Da quì in poi, ciò viene riportato come una leggenda.
Si racconta che Parrish fosse un uomo alquanto rude e autoritario, pronto a sedurre Marie con lo scopo di carpirne i suoi segreti magici e oscuri e farsi consegnare un elisir in grado di tenerlo in vita anche dopo essere stato colpito a morte. 
L'uomo infatti, aveva sentito che la sacerdotessa del voodoo, era a conoscenza di un rituale che garantiva la sopravvivenza per 50 anni, incolume da ogni malattia o lesione e sarebbe cessato però, allo scadere degli anni e il soggetto in questione, sarebbe morto senza poter evitare la sua sorte.
Parrish non volle lasciarsi sfuggire l’opportunità, ma Marie si rifiutò di concedergli quell’onore, così lui pensò bene di sedurla e nello stesso anno, la sposò nella cattedrale di St. Louis, la più grande e più antica chiesa della città (e ciò fu concesso perché anche l’uomo era creolo).
Il matrimonio fu breve però: restando secondo la leggenda, Parrish convinse sua moglie a formulare comunque il rito e, una volta ricevuto ciò, volle liberarsi di lei divenuta ormai scomoda; ordinò quindi ai suoi uomini, di uccidere Marie creandosi addirittura un alibi andando qualche giorno a New Orleans, lontano da casa.
La "storia" (o almeno in parte dato che le superstizioni locali hanno favorito/sfavorito sulle reali cause e conseguenze avvenute in seguito), narra che Marie riuscì a sventare l'attacco di suo marito Parrish, giacché quel giorno, era andata a far visita a casa di una donna aristocratica del tempo, per consegnare delle erbe medicinali.
Al suo ritorno trovò la bottega completamente a soqquadro, devastata dagli uomini di Jacob Parrish e furiosa, lanciò su di loro una terribile maledizione.



Angela Bassett nei panni di Marie Laveau. - American Horror Story: Coven.

Decine di persone affermarono con certezza che durante quella notte, un branco di ombre dall'aspetto mostruoso, avesse vagato per strada giungendo sin negli alloggi dove erano ospitate le guardie di suo marito e la mattina seguente, i 15 uomini furono trovati massacrati e con il collo spezzato; anche Parrish stesso fu trovato morto nel letto dell'albergo nel quale alloggiava: si dice che avesse gli occhi spalancati e un'espressione di terrore puro; la sua gola era stata dilaniata e l'unica giustificazione che riuscirono a fornire le autorità della Louisiana fu che ad averlo ucciso, fosse stato un orso entrato nella sua stanza (chiusa a chiave e al secondo piano).
Naturalmente gli abitanti di New Orleans non ebbero dubbi sul fatto che dietro l'opera sanguinaria, si nascondesse la magia nera di Madame Laveau.
Marie Laveau continuò a lavorare come parrucchiere e a prestare i suoi servigi magici riuscendo nel tempo a garantirsi anche una clientela tra l’elite bianca di New Orleans.
Diventata una donna influente le venne attribuito l'epiteto di “regina del voodoo”,
Ancora oggi, secondo gli abitanti di New Orleans, si professa che Madame Laveau abbia sempre celebrato riti voodoo per promuovere la buona salute e la fortuna tra i suoi clienti. 






La presunta cripta di Marie Laveau




MORTE

Il quotidiano di New Orleans annunciò la notizia della morte di Marie Laveau, circa il 16 giugno del 1881.
Nonostante ciò, molti hanno sostenuto di aver visto la donna in città anche dopo quella data; tuttavia gli storici suppongono che una delle sue figlie di nome Marie (molte delle sue figlie portavano tra i loro nomi, anche quello di Marie, per seguire la tradizione cattolica), avesse portato avanti la tradizione delle pratiche magiche, prendendo il posto di voodoo queen.
Secondo gli archivi anagrafici di New Orleans però,  Marie Glapion Lavau morì precisamente il 15 giugno del 1881, all'età di 79  anni,
Si crede che Marie Laveau sia stata sepolta nella cripta dei Glapion nel cimitero di Saint Louis, n. 1, New Orleans.
I turisti ancor ora visitano la cripta lasciando nei pressi di quest'ultima una "X", in relazione a una leggenda in cui si narra che se avessero espresso un desiderio a Madame Laveau, avrebbero dovuto lasciare una "X" sulla tomba, girare tre volte, bussare sull'epitaffio e urlare ad alta voce la propria richiesta; in caso Marie Laveau avesse concesso ciò, sarebbero dovuti tornare indietro e cercare la loro "X", lasciando infine un'offerta.



Statuetta di Marie Laveau



CURIOSITÁ
Si dice che Marie possedesse un serpente di nome Zombie, in onore di una divinità africana.
Oralmente la tradizione narra che le sue pratiche magiche, mescolassero sia le credenze cattoliche (più distintamente la venerazione dei santi) sia la fede negli spiriti africani.
Molto probabilmente la sua potenza e la forte influenza, proveniva più che dalla magia, dalla prestante rete di informatori (molto solida), che aveva in qualche modo creato, lavorando come parrucchiera e che la tenevano al corrente di ciò che accadeva nelle case della gente "che contava".
Si sospetta anche, che gestisse una propria casa di appuntamenti che usava come strumento per disporre delle informazioni che le servivano.
Nel 1821 Marie Laveau diventò la compagna del capitano Christophe Glapion, un rampollo di una delle famiglie aristocratiche di New Orleans, ma dal momento che i matrimoni interrazziali erano ufficialmente messi al bando in Louisiana, i due dovettero accontentarsi di vivere insieme per ben 34 anni, fino alla morte di Glapion nel 1855.
Alcuni menzionano che i due ebbero ben quindici figli (o forse quindici fra figli e nipoti), altri invece solamente cinque: tre figlie e due figli.





Marie Laveau

Vorrei concludere la narrazione, facendo luce su un piccolo particolare riguardo la leggenda del rito di "immortalità", lanciato su Jacob Parrish: vi siete chiesti perché l'uomo morì e non guarì dalle ferite come promesso dalla sua sposa? 
A dare una risposta, sono stati proprio i seguaci del voodoo: Madame Laveau non diceva mai bugie, ciò però non vuol dire che lei non abbia omesso un particolare: quel che lei non rivelò a Parrish  fu che la maggior parte dei riti voodoo (come la zombificazione), iniziano ad avere effetto solo dopo qualche giorno dalla celebrazione, di solito tre.
L'uomo volle sbarazzarsi di lei molto presto e  in cambio, fu punito gravemente: quando il cadavere di Parrish fu riesumato per la ricollocazione nel 1953, i custodi del cimitero rimasero sbalorditi notando l'imprevedibile: sul lato interno del coperchio della bara, vi erano solchi profondi di graffi segno che l'uomo, si fosse risvegliato e purtroppo per lui, sotto tre metri spessi di terra, nessuno poté udire le sue grida disperate. 
                                                            A cura di Lilyaan Beaudonte

martedì 2 maggio 2017

La leggenda dell'Erlkonig


Ci sono molte leggende che infestano le menti umane... e che le terrorizzano dai tempi di tempi. Esse possono anche essere tramandate tramite racconti e canzoni.
Una delle più popolari e delle più terrificanti, è quella dell' Erlkonig, ovvero ''il re degli Elfi''.
Egli, viene considerato una creatura malvagia la quale infesta le foreste e conduce i viandanti verso il decesso, la morte.
L'Erlkonig, è un personaggio della letteratura tedesca il quale compare in molte poesie, tra cui la ballata di Goethe, che prende il titolo omonimo. La ballata prende spunto da un fatto realmente accaduto, L'autore infatti, tramite un giornale apprese la notizia di un bambino malato che il padre aveva portato con sé nei boschi per un viaggio miracoloso nel tentativo di raggiungere il villaggio vicino per curare il piccolo dalla forte febbre che accusava. Il bambino, in preda alla pesante influenza, afferma di aver visto l'Erlkonig, il re dei boschi, mentre lo richiamava a sé. Ammette di sentire voci, di vedere ombre, ma il padre non le vede e dà chiare risposte razionali per giustificare gli eventi. Una volta giunti al villaggio, l'uomo scopre il bambino: morto.
Il testo della ballata venne usato da molti compositori, tra cui Schubert e Beethoven volle musicare la vicenda ma accantonò l'idea. 
Si racconta che lo stesso Goethe, quando andò in visita da un amico, in tarda sera, scorse una figura scura su di un cavallo, davanti al cancello. 
L'Erlkonig è una componente importante del folklore europeo, simbolo di leggende, simbolo di paura e mistero. Nel folklore scandinavo, inizialmente, l'Erlkonig veniva visto come una creatura dalle sembianze femminili, Solitamente le elfi femmine, intrappolavano l'uomo umano grazie alle loro, ipotetiche, realizzazioni dei desideri di quest'ultimo: vendetta, sessualità.
La leggenda si basa sulla ballata danese del 1739 dove vede protagonista proprio una fanciulla elfo. 
La storia stessa racconta di un uomo chiamato Sir Oluf, che, recandosi al suo matrimonio, venne stregato dalle melodie degli elfi. La figlia del re degli Elfi, apparve all'uomo e lo invitò a danzare. Nonostante le offerte di oro, egli rifiutò l'invito, causando l'ira della ragazza. 
Presa dall'ira, infuriata, lo colpì. Il giorno dopo, la moglie dell'uomo lo trovò morto sotto il suo mantello scarlatto.
E l'Erlkonig, esiste davvero? E se di notte vi capitasse di intravedere un uomo dal manto scuro? Se vi portasse esso stesso, alla morte?
I Rammstein hanno usato la vicenda per una canzone, Dalai Lama, David Garrett ha suonato la canzone di Schubert che si intitola proprio Erlkonig e anche la band degli Epica ha utilizzato l'argomento per una recente traccia, Once Upon A Nightmare.

King Of Elves (poesia)

Nell'antica notte
lui percorre ogni sentiero
si ode la sua mistica voce
si osserva in penombra
il suo manto scarlatto
e nel buio
si vede il suo volto.
Creatura divina,
mi porterai con te?
Sei forse, qui per me?
Mi raggiungi, 
stringi la mia mano
e sono con te.
Ora non ho più paura,
la mia ora è giunta:
da te si ode un canto
che precede l'eternità.


                                                                                                  A cura di Caroline Freyaa Darko