domenica 31 dicembre 2017

Delphine LaLaurie, leggendaria assassina


Madame LaLaurie
Marie Delphine LaLaurie, nasce nella New Orleans del 1775 da Barthelmy Louis Macarty il cui padre Barthelmy Macarty aveva portato la famiglia in città dalla nativa Irlanda, intorno al 1730.
Sua madre Marie Jeanne Lovable -conosciuta come la vedova Lecomte-, si ritrovò al suo secondo matrimonio sposando suo padre; entrambi i suoi genitori, erano membri importanti nella comunità creola di New Orleans.
L'11 Giugno del 1800, Delphine sposò un alto ufficiale spagnolo e pochi anni più tardi -e sempre a Giugno-, si ritrovò sposa di Jean Blanque, un importante banchiere, mercante, avvocato e legislatore; quest'ultimo acquistò una casa al numero 409 di Royal Street situata sempre a New Orleans che divenne nota poi, con il nome di Villa Blanque.
Delphine ebbe quattro figli: Marie Louise Pauline, Louise Marie Laure, Marie Luoise Jeanne e Jeanne Pierre Paulin Blanque.
Nel 1832, fece costruire un palazzo di tre piani completo di alloggi per gli schiavi, dove visse con due delle sue figlie e il suo nuovo marito Leonard Louis Nicolas -molto più giovane di lei-, mantenendo una posizione centrale nella città.


Torture e schiavitù
Lei e la sua famiglia mantennero un gran numero di schiavi neri; Harriet Martineu -giornalista e scrittrice britannica-, ha prelevato diversi racconti dai residenti di New Orleans i quali sostenevano che gli schiavi della LaLaurie, erano considerati dalla famiglia dei miserabili, inutili.
Tuttavia, nelle apparizioni pubbliche, Delphine era educata e gentile con la gente della zona e tuttalpiù premurosa nei confronti della sua servitù.
Ma la sua bellezza non riuscì a nascondere la sua violenta crudeltà che non passò di certo inosservata a coloro che frequentavano la sua dimora.
Martineau riferì che le voci pubbliche riguardo i maltrattamenti della donna sui suoi schiavi, erano sufficientemente diffuse tanto che un avvocato locale, fu inviato a Royal Street per ricordare alla LaLaurie, le leggi sul mantenimento degli schiavi.
Durante questa visita però, non fu trovata nessuna prova illecita riguardo i comportamenti di Delphine nei confronti dei suoi schiavi.



Uno dei racconti crudeli legati alla donna, narra che una delle sue schiave di nome Lia (o Leah), stava lavando i capelli della LaLaurie quando le strappò erroneamente un nodo dalla folta chioma, facendo sì che la sua padrona, bandisse una frusta e la inseguisse per tutta casa.
La giovane Lia -che aveva appena dodici anni-, per sfuggire a tale punizione, cercò rifugio sul tetto della dimora dei LaLaurie, ma morì cadendo nel vuoto; alcuni dicono che il suo corpo fu sepolto nei terreni della villa, altri ancora che fu nascosto sul fondo di un pozzo.
Secondo Martineau, questo incidente portò ad indagare su Delphine riguardo i suoi crimini e fu costretta a rinunciare a nove schiavi che in seguito, furono poi riacquistati dai LaLaurie, attraverso l'intermediario di uno dei loro parenti.
Altre storie raccontavano di come Delphine tenesse legato il suo cuoco, al fornello della cucina e di come vessava le sue figlie quando tentavano di nutrire gli schiavi.


Il 10 Aprile del 1834, scoppiò un incendio nella dimora dei LaLaurie, esattamente in cucina.
Quando la polizia e i vigili del fuoco arrivarono alla villa di Royal Street, trovarono una donna di circa settant'anni -la cuoca-, incatenata alla stufa dalla caviglia; in seguito, confessò che aveva appiccato il fuoco nel tentativo di sventare ad una punizione che consisteva nell'essere portata nella stanza più in alto dove mai nessuno faceva poi ritorno.
I vigili del fuoco che tentarono di entrare nei quartieri delle vittime, per assicurarsi che tutti fossero stati evacuati abbatterono le porte degli alloggi e trovarono almeno sette schiavi orribilmente mutilati.
Alcuni erano sospesi per il collo con le membra apparentemente distese e strappate da un'estremità all'altra, un altro sosteneva di essere stato imprigionato lì già da alcuni mesi.
Il giudice Jean-Francois Canoge, fu uno di quelli che entrarono nei locali e successivamente depose di aver trovato all'interno della villa dei LaLaurie, "una donna di colore con un collare di ferro e un'anziana sempre appartenente alla medesima etnia, che aveva una profonda ferita sulla testa tanto che non riusciva a reggersi in piedi né a camminare".
Canoge sosteneva che quando interrogò il marito della LaLaurie sugli schiavi, gli fu detto in modo insolente che:"alcune persone dovrebbero stare meglio a casa piuttosto che venire nelle case degli altri per dettare leggi e intromettersi negli affari degli altri".




Una versione di questa storia che circolava nel 1836 raccontata da Martineau, aggiungeva che alcuni schiavi erano emaciati, scorticati e mostravano segni di frusta; altri ancora erano stati legati in posizioni restrittive e indossavano colletti di ferro appuntiti che tenevano le loro teste in posizione statiche. 









Quando la scoperta degli schiavi torturati divenne ampiamente nota, una folla di cittadini locali attaccò la residenza dei LaLaurie e demolì tutto ciò su cui potevano imporre le loro mani.
La polizia locale fu chiamata a calmare la folla ma quando quest'ultima arretrò, ormai era troppo tardi: della proprietà di Royal Street aveva subito gravi danni 'ove a malapena si tenevano in piedi i muri.
Gli schiavi torturati erano stati portati in una prigione locale affinché tutti potessero assistere alla grave sofferenza subita per convincersene.
Il Pittsfield Sun, citando l'inserzionista di New Orleans e scrivendo diverse settimane dopo l'evacuazione degli alloggi degli schiavi, affermò che due degli schiavi trovati nella villa, erano morti durante il loro salvataggio e aggiunse:"Scavando il cantiere, sono stati rinvenuti dei corpi dissotterrati dai terreni della villa e alcuni corpi -in particolare quello di un bambino- sono stati trovati all'interno del pozzo.
La dimora dei LaLaurie


Morte
Marie Delphine LaLaurie
Le circostanze della morte di Delphine, non sono chiare.
George Washington Cable nel 1888, ha raccontato una storia diventata poi popolare ma non provata, che racconta come la LaLaurie sia morta in Francia, in un incidente di caccia al cinghiale.
Qualunque sia la verità Eugene Backes, nel cimitero di St. Louis, scoprì una vecchia lastra di rame incrinata, nel vicolo 4 del cimitero.
L'iscrizione sull'epitaffio recitava:"Madame LaLaurie, nata Marie Delphine MacCarty, décédée à Paris, le 7 Décembre, 1842 à l'âge de 6-" ovvero "Madame LaLaurie, nata Marie Delphine MacCarty, deceduta a Parigi il 7 Dicembre del 1842 all'età di 6 anni".






Secondo gli archivi francesi di Parigi, tuttavia, Marie Delphine MacCarty morì il 7 Dicembre 1849, all'età di 69 anni.







Curiosità
Jeanne deLavigne,scrivendo in Ghost Stories of old New Orleans, sosteneva che Delphine aveva un appetito sadico che non sembrava mai placato finché non aveva inflitto ad uno o più dei suoi schiavi neri, una qualsivoglia forma orribile di tortura e sosteneva che gli schiavi trovati durante l'incendio nel 1834 erano "maschi rinvenuti completamente nudi, incatenati al muro e i loro occhi scavati, alcuni  avevano le unghie strappate via dalle radici e altri addirittura le  giunture insanguinate, grandi buchi nei loro glutei dove la carne era stata tagliata via; le loro orecchie appiccicate o a brandelli, le loro labbra cucite insieme.
Gli intestini erano stati tirati fuori e annodati intorno alla vita nuda, buchi nei crani dove era stato inserito un bastone ruvido per agitare il cervello".
DeLavigne, non citò mai direttamente alcuna fonte per queste affermazioni dai dettagli così crudi e violenti.







Kathy Bates nel ruolo di Delphine LaLaurie, American Horror Story:Coven
Di Delphine era nota anche la sua passione per le creme, tanto ostinata a non voler invecchiare al punto tale da sfruttare -in modo sadico-, il sangue delle sue vittime contro i segni del tempo, ricordando in questo modo la serial killer Elizabeth Bathory già dapprima famosa per la sua ossessione con i bagni di sangue.





Madame LaLaurie, è stata resa nota dall'attrice Kathy Bates, che ne interpreta il ruolo nella serie televisiva American Horror Story: Coven.
















Ad oggi si contano circa 100 vittime che non furono risparmiati dal sadismo di Madame LaLaurie.







A cura di Lilyaan Beaudonte

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